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È frequente avere gli occhi secchi? Sì. Questo disturbo interessa un terzo della popolazione adulta, percentuale che aumenta a quasi due terzi dopo i 65 anni, specie nella popolazione femminile.
Spesso si tratta di un semplice disturbo senza gravi conseguenze, meno frequentemente può rappresentare un vero problema clinico in quanto un'importante diminuzione della lacrimazione o una alterazione nella composizione delle lacrime può comportare irritazioni della cornea (cheratite) e un aumento del rischio di infezioni oculari.
La secchezza oculare può essere provocata da un'alterazione della qualità nella composizione delle lacrime come in caso di un processo infiammatorio delle palpebre (blefarite) o dall'assunzione di alcuni farmaci (antidepressivi, antalgici, anticonvulsivi), da un difetto di produzione per invecchiamento delle ghiandole lacrimali o in caso di alterazione endocrine o autoimmuni, o ancora come conseguenza di fattori ambientali (aria climatizzata, vento, inquinamento, esposizione prolungata schermo del computer, fumo di sigaretta).
No. Capita che la sensazione avvertita di “occhio secco” sia puramente soggettiva e che la secrezione di lacrime sia invece normale: succede, per esempio, quando gli occhi sono affaticati o esposti a stimoli irritativi.
La percezione degli occhi secchi non è sempre e necessariamente sintomo di una reale secchezza oculare ma merita comunque una valutazione da parte dell’Oculista.
La malattia di Sjögren è una malattia autoimmune, spesso associata ad altre patologie reumatiche, nella quale è presente una sindrome secca polidistrettuale che può riguardare anche bocca, naso, pelle e mucose genitali; nella stragrande maggioranza dei casi, i pazienti che lamentano una sensazione di occhio secco non hanno la malattia di Sjögren, ma per appurarlo necessitano di accertamenti sia oculistici che di pertinenza sistemica.
Sì. Esistono test indolore eseguiti dall'Oculista per misurare la secrezione lacrimale. Ad esempio il test di Schirmer consiste nel posizionare una striscia di carta porosa in un angolo dell'occhio e misurare la lunghezza della carta umidificata dopo 3-5 minuti dall’applicazione, somministrando o meno prima un anestetico locale in collirio.
Innanzitutto vanno corretti o eliminati i fattori di rischio e/o farmaci potenzialmente co-responsabili di questo problema.
Le terapie locali (lacrime artificiali e gel protettivi) sono spesso utili, ma non tutti i colliri/gel sono idonei per il trattamento delle sindromi dell'occhio secco, così come spesso la terapia lubrificante sostitutiva va integrata, almeno nei casi più gravi, da gocce antiinfiammatorie per periodi più o meno prolungati.
In determinate circostanze si può rendere necessario otturare i canali lacrimali di deflusso per limitare l'evacuazione delle lacrime, cercando così di farle permanere negli occhi il più a lungo possibile.
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